Clicca per ingrandireAlcuni personaggi “storici” del posto, affezionati amici della Cingora, ci hanno raccontato come si svolgeva un tempo la vita sull’alpe. Tanto lavoro, quello si, ma anche svago e preghiera. Ci si accontentava di poco, un tempo… e la gente era più serena, più solidale con gli altri, meno individualista, ci dicono.

Certo, si sudava, eccome; c’era da tagliare e raccogliere il fieno per le bestie, mungerle per fare burro e formaggio, fare la legna per riscaldarsi durante l’inverno. Gli uomini, inoltre, pativano enormi fatiche lavorando alla Miniera dei Cani ed alla Miniera Garè e venivano alla Cingora o nelle baracche appena sopra l’alpeggio a dormire, la sera. E a proposito di dormire… non potremmo non citare i materassi di allora, che venivano realizzati riempiendo di foglie secche (raccolte nei primi giorni di novembre) delle grandi e resistenti fodere.
Si dormiva tutti raccolti in un angolo specifico della casera, che fungeva contemporaneamente da cucina, sala e camera da letto, mentre il riscaldamento consisteva in un semplice focolare.

La domenica invece non si lavorava, a meno che non minacciasse pioggia nei periodi di fienagione, dove ci si aiutava reciprocamente nel raccogliere e ritirare il fieno secco. C’era infatti la convinzione che  “il lavoro della festa entrasse dalla porta ed uscisse dalla finestra”!

Ma si trovava il tempo anche per stare in compagnia, la sera, trovandoci tutti insieme a ballare alla “Motta” o a cantare “al falò”, magari accompagnati dal suono di un allegro organino a bocca!
Altro motivo di aggregazione erano sicuramente i momenti di preghiera, alla Cappella del Cristo, per recitare il Rosario.

Il cibo era costituito da cose semplici e povere, come patate par buiura (bollite con la pelle), “passette” ( castagne secche sbucciate e cotte nell’acqua), formaggio (quando c’era), polenta e minestra. La carne era una rarità perché le bestie servivano soprattutto per il latte.

E venendo alla storia più recente, come potremmo dimenticarci della gara di corsa in montagna della Cingora… Una corsa nata all’inizio degli anni ’70 per merito dello storico Gruppo Sportivo Genzianella supportato nell’organizzazione da un validissimo Comitato locale.
La gara partiva da San Carlo, si saliva attraversando Pianezza, si superavano la Madonna del Ronco, l’alpe Cà Nova e Cingora,  per poi ridiscendere attraverso l’Alpe Cresta, l’antico Oratorio del Sassello, il Pavù, le frazioni di Barzona e Pontegrande fino alla sprint finale sulla salita di Case Fornari con arrivo a San Carlo.

L’organizzazione della corsa ha subito negli anni diverse pause e l’ultima edizione si è svolta nel 2003, con un percorso nuovo nato nel 2000; si partiva sempre da San Carlo, poi si raggiungeva la centrale di Battiggio, l’Albarina, si saliva a Roleto per poi raggiungere Pianezza e proseguire lungo lo storico tracciato fermandosi però a Cingora dove era previsto l’arrivo.
Tanti sono i grandi atleti anzaschini protagonisti della corsa, ma qui vorremmo citarne due in particolare, grandi amici della Cingora; l’indimenticato Giancarlo Balbi e Donato Fantonetti, in più edizioni trionfatori della prova.
Potremmo parlare ancora a lungo di questo argomento, ma non è nostra intenzione dilungarci in questa sede; una dettagliata descrizione della corsa, con l'elenco di tutti i protagonisti più o meno recenti, la potete trovare nel libro "San Carlo d'Ossola STORIA FEDE MEMORIE" rivolgendovi alla Pro Loco San Carlo e Pianezza.

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